Christian Schätti, in rappresentanza del team COVID-19 dell’UFSP e SECO (condizioni di lavoro), risponde alle domande relative al Coronavirus sul posto di lavoro.
Secondo alcuni studi condotti, i virus troverebbero le condizioni ideali negli ambienti open space. Queste soluzioni architettoniche assai diffuse risultano dunque ancora in linea con le attuali esigenze di proteggersi contro virus e batteri?
Per quanto riguarda gli impianti di ventilazione, occorre attenersi alle prescrizioni previste dalla Legge sul lavoro – questo anche a prescindere dalla pandemia di COVID-19.
Il datore di lavoro è tenuto a garantire la tutela della salute dei suoi collaboratori e le misure preventive contro il COVID-19 sul posto di lavoro. Egli deve quindi adottare tutte le misure adeguate alle condizioni aziendali, ovvero alla sua attività, tenendo conto delle condizioni tecniche ed economiche. Nello specifico, invece, si è più a rischio in ambienti chiusi non correttamente ventilati e occupati da un elevato numero di persone. Gli uffici open space dispongono in genere di un sistema di ventilazione meccanico molto efficiente.
Ma la concentrazione di persone negli uffici open space è notevole.
Occorre evitare una compresenza eccessiva di persone e rispettare le norme di distanziamento. Qualora ciò non risulti praticabile, bisogna riconsiderare alcuni aspetti su tale fronte; soluzioni di lavoro a distanza e altre modalità flessibili consentiranno senz’altro in futuro di ricorrere meno di frequente ad ambienti open space. Tuttavia, occorre ricordare che in ambienti più piccoli, soprattutto con ventilazione naturale, il rischio di contagio risulta più elevato qualora essi non vengano arieggiati regolarmente.
In che modo è possibile proteggersi contro un eventuale contagio di virus in ufficio?
Osservando le norme di distanziamento o tramite dispositivi di protezione quali pareti divisorie o mascherine igieniche. Inoltre, deve essere garantita una corretta aerazione dell'ufficio.
Quale misura protettiva consiglia per le riunioni?
Durante le riunioni occorre osservare tassativamente le norme di distanziamento e di ventilazione. Ed è proprio soprattutto nel caso di ventilazione naturale che si dimentica spesso di arieggiare l’ambiente a intervalli regolari (in base al rispettivo livello di occupazione, comunque almeno ogni 45 minuti). È inoltre importante evitare sovraffollamenti: le sale riunioni infatti presentano in genere dimensioni relativamente ridotte a fronte di un elevato numero di occupanti.
Si potrà ancora utilizzare l’ascensore sul luogo di lavoro?
A scopo di maggiore tutela della salute, sarebbe opportuno rinunciare all’ascensore. Essendo lo spazio e il ricambio d’aria all’interno degli ascensori molto ridotto, essi dovrebbero essere utilizzati riducendo al minimo il numero dei rispettivi occupanti. Spesso, infatti, in tali ambienti non risulta possibile rispettare norme di distanziamento e, sebbene l’intervallo di potenziale contatto sia breve, l’aria espirata permane a lungo all’interno della cabina.
Fare acquisti nei vari punti vendita non è mai stato tanto sicuro. È favorevole all’introduzione in pianta stabile delle misure igieniche, come ad es. le pareti divisorie alle casse, anche in futuro?
Finché il nuovo Coronavirus sarà ancora in circolazione, tali misure devono essere mantenute. I sistemi di protezione durante la pandemia da Coronavirus sono definiti dai vari settori.
Convivere coi virus: gli uffici open space sono ancora in linea con le attuali esigenze?
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