Se dovuto a un danneggiamento dell’orecchio medio, spesso un calo uditivo si lascia trattare efficacemente con un intervento microchirurgico.
L’esperto riguardo il tema: il Prof. Dr. med. Andreas Arnold, specialista FMH per otorinolaringologia, specializzato in chirurgia del viso e del collo, medico esterno per l’ospedale Münsingen.
Il sistema uditivo è un organo di senso che funziona in maniera particolarmente complessa. Per trasformare il suono in un’informazione acustica con un determinato significato, esso deve attraversare tutte le parti dell’udito, dapprima l’orecchio esterno, poi l’orecchio medio, l’orecchio interno e il nervo uditivo, per arrivare infine come impulso nel cervello.
Questo delicato passaggio può essere disturbato in diverse parti dell’orecchio: nell’orecchio esterno, l’unica parte visibile dell’orecchio (conca e canale auricolare), nell’orecchio medio (timpano, tromba di Eustachio e ossicini, ossia martello, incudine e staffa) e nell’orecchio interno (coclea, vestibolo, nervo uditivo). Per questo motivo, i problemi all’udito possono avere diverse cause: età, rumore, infiammazioni, corpi estranei nel condotto uditivo, malformazioni congenite, lesioni, farmaci, problemi cardiovascolari, disturbi del metabolismo, tumori, ictus, ecc.
Due le categorie di problemi uditivi
I problemi uditivi si possono categorizzare in due grandi tipi principali. In caso di ipoacusia di trasmissione, il suono non viene più condotto verso l’orecchio interno, perché disturbi o malattie dell’orecchio esterno o dell’orecchio medio ne impediscono la trasmissione. In caso di ipoacusia neurosensoriale invece, le cellule sensoriali dell’orecchio interno o il nervo uditivo sono talmente danneggiati che la trasmissione dei segnali al cervello non funziona più.
Tipici disturbi dell’orecchio interno sono la sordità dovuta alla vecchiaia, quella dovuta al rumore, una perdita improvvisa dell’udito o un acufene, mentre le possibili cause per un’ipoacusia di trasmissione dell’orecchio esterno e medio sono infiammazioni del condotto auditivo, corpi estranei, tappi di cerume, danni al timpano, infiammazioni dell’orecchio medio acute e croniche, ossicini irrigiditi oppure colesteatomi.
In caso di disturbi uditivi progressivi, rumori nelle orecchie, sensazione di pressione, dolori o capogiri bisognerebbe rivolgersi a uno specialista, un otorinolaringoiatra, per ulteriori chiarimenti. Il trattamento varia secondo la causa e il tipo del disturbo, i quali vengono analizzati dallo specialista per mezzo di diversi metodi. I disturbi uditivi concernenti l’orecchio esterno non si possono operare, ma con un apparecchio uditivo o una protesi dell’orecchio interno (impianto cocleare) si può raggiungere un netto miglioramento. In caso di disturbi dell’orecchio medio, esistono diversi interventi microchirurgici che spesso possono migliorare notevolmente l’udito.
Disturbi caratteristici dell’orecchio medio
Per via della sua complessa struttura e del suo posizionamento, l’orecchio medio è particolarmente incline alle infezioni, come infezioni dell’orecchio medio acute o croniche. I risultanti accumuli di liquidi disturbano un’adeguata ventilazione e impediscono al suono di essere trasmesso attraverso gli ossicini.
Se non se ne vanno con un trattamento farmacologico, questi accumuli possono portare a danneggiare ulteriormente il timpano (perforazioni) o a delle cicatrizzazioni infiammate della cassa del timpano (orecchio medio). Un esempio conosciuto è l’otite media, la quale si forma dietro alla membrana timpanica e può diventare cronica. Essa può anche attaccare le ossa, passando da una perforazione del timpano e provocando un accumulo di pelle dell’orecchio medio, il quale a sua volta provoca la formazione cronica di pus ed escrescenze sulle ossa (colesteatoma).
Un colesteatoma è pericoloso, perché se non trattato può danneggiare l’osso che circonda l’orecchio medio, l’osso temporale, o nel peggiore dei casi provocare un ascesso cerebrale. Pure i difetti al timpano (per mezzo di lesioni, colpi sull’orecchio, bastoncini di ovatta, infezioni o cambiamenti della pressione atmosferica) possono causare problemi all’udito, così come malformazioni congenite del condotto uditivo e della catena ossiculare oppure tumori all’orecchio medio.
Circa due persone su 100 tra i 20 e i 60 anni che hanno problemi uditivi soffrono di otosclerosi, una malattia alle ossa progressiva, che può portare fino alla sordità. Questa malattia provoca un’alterazione della staffa, che di solito è flessibile, rendendola rigida e alterando la trasmissione del suono.
Microchirurgia nell‘orecchio
In molti casi si considera se intervenire chirurgicamente. Ciò è soprattutto il caso quando le misure conservative (farmaci, antibiotici, risciacquo ecc.) non portano ai risultati desiderati o se non sono possibili. Con microscopici strumenti e con l’aiuto di un microscopio a forte ingrandimento, il chirurgo specializzato rimuove infiammazioni e tumori dall’orecchio medio e ricostruisce le parti dell’orecchio distrutte.
Gli interventi vengono eseguiti con anestesia parziale o totale. All’ospedale di Münsingen, durante gli interventi alle orecchie le funzioni del nervo facciale, che passa nell’orecchio medio, vengono controllate per mezzo del neuromonitoraggio, per incrementare la sicurezza e per riconoscere immediatamente eventuali complicazioni in atto. Dopo l’intervento, i pazienti solitamente passano due notti in ospedale.
Il trattamento più semplice, per esempio in caso di un’emorragia all’interno della cavità timpanica, è la cosiddetta paracentesi, una piccola incisione nel timpano. Caso facente, nella membrana timpanica viene introdotto un tubicino, per migliorare la ventilazione dell’orecchio medio in modo prolungato. Solitamente, l’udito migliora repentinamente dopo l’intervento.
La timpanoplastica consiste nel rifacimento della membrana timpanica o della catena ossiculare. La perforazione viene coperta con biomateriale del paziente (muscoli, pelle, cartilagine) e gli ossicini distrutti vengono sostituiti con frammenti di ossa prelevati dal paziente oppure con protesi di titanio. L’intervento porta a una riparazione della perforazione del timpano nell’80-90 percento e a un miglioramento dell’udito nel 60-70 percento dei casi.
In caso di otosclerosi viene eseguita una stapedotomia (intervento sulla staffa), in cui la staffa viene sostituita da una minuscola protesi di titanio, platino e teflon, ristabilendo la trasmissione del suono nell’orecchio interno. In oltre il 90 percento dei casi, i pazienti possono sentire molto meglio dopo questo intervento.
In caso di malformazioni del condotto auditivo, se non è possibile procedere a un intervento per migliorare l’udito o portare normali apparecchi auditivi, esiste la possibilità di impiantare un impianto a conduzione ossea (BAHA), nell’osso dietro all’orecchio. Le onde sonore vengono trasmesse all’orecchio interno attraverso la vite di titanio impiantata e il cranio, evitando di attraversare l’orecchio medio, ammalato.
Fonti e ulteriori informazioni: www.inselgruppe.ch
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