Il diabete mellito di tipo 2 è il flagello sociale per antonomasia. Un’alimentazione scorretta e mancanza di movimento possono innescare una pericolosa spirale.
L’esperto di questo tema: il Dr. med. Jörg Paul Isenegger, specialista FMH per medicina interna e primario dell’ospedale Riggisberg.
Il diabete mellito è una malattia particolarmente diffusa e rappresenta un’importante causa di morte. A livello mondiale, si stimano oltre 400 milioni di persone colpite, in Svizzera circa 300'000. Gli uomini ne sono leggermente più colpiti. Oltre il 90 percento delle persone colpite soffrono dello stesso tipo di diabete, il quale si sta diffondendo a dismisura.
Il diabete mellito di tipo 2 può provocare letali malattie secondarie. Vale quindi la pena trattarlo tempestivamente: nello stadio precoce, cambiare le proprie abitudini può guarire la malattia, se invece scoperta solo in stadio cronico l’attenzione principale sarà quella di evitare lo sviluppo di pericolose malattie secondarie.
Diversi tipi di diabete
Il diabete mellito del tipo 2 era una volta conosciuto anche come diabete non insulino-dipendente (NIDDM), diabete dell'età adulta o della maturità. Ma i casi di questo tipo di diabete in persone più giovani oggi sta aumentando. Gli altri tipi invece avvengono più raramente: fino al 10 percento delle persone colpite si ammalano del tipo 1, una volta conosciuto come diabete insulino-dipendente o diabete infantile, perché colpisce più spesso bambini e giovani.
In questo caso, il sistema immunitario aggredisce le cellule del proprio corpo, per ragioni non conosciute. Chi è colpito da questa malattia deve prendere insulina per tutta la vita. Il tipo 3 è molto più raro e comprende i diversi tipi di diabete mellito che non rientrano nel tipo 1 o 2 (farmaci, alterazioni genetiche ecc.).
Il tipo 4 avviene in circa il 10-15 percento delle gravidanze. Dopo il parto, nella maggior parte dei casi il metabolismo degli zuccheri si normalizza di nuovo. In questo articolo parliamo però solo del tipo 2, perché più diffuso.
Produzione di energia malfunzionante
Nel tipo 2 di diabete il pancreas produce, a differenza del tipo 1, ancora insulina. L’ormone chiave per la regolazione della glicemia e per la trasformazione dello zucchero in energia ha però un effetto minore, e il corpo non lo può più utilizzare per trasformare il glucosio in zucchero. Nel sangue scorrono troppi carboidrati in forma di glucosio, e gli importanti sistemi biologici nel corpo subiscono alterazioni.
Questo sviluppo viene favorito da una predisposizione genetica, sovrappeso, mancanza di movimento e altri fattori di rischio come un’alimentazione ricca di grassi o fumo. In caso di sovrappeso patologico (obesità), il diabete mellito di tipo 2 subentra nell’età avanzata quasi sempre come malattia secondaria.
Infatti, già in caso di leggero sovrappeso il rischio di contrarre diabete è da cinque a dieci volte più elevato che in caso di peso normale, poiché ciò altera completamente il metabolismo degli zuccheri. Per questo motivo, a partire dal 45esimo anno di età (e soprattutto negli uomini), il tasso di malattia sale di circa cinque punti percentuali ogni dieci anni di vita.
Ciò significa che se a 45 anni quattro adulti su 100 soffrono di diabete mellito del tipo 2, a 55 anni sono già nove su 100. Degli ultra 75enni sono colpiti 18 su 100 individui. Tuttavia, questa non è più una malattia meramente legata alla vecchiaia: nei paesi industriali, essa è diffusa già tra i giovani. L’ideale sarebbe che a partire dai 40 anni chi ha i fattori di rischio sopracitati facesse controllare i propri valori glicemici ogni tre anni. Per chi invece il diabete è già stato diagnosticato sarebbe opportuno fare controllare la glicemia a lungo termine addirittura ogni tre mesi.
Sintomi difficili da interpretare
Purtroppo, soprattutto le persone più anziane non collegano i propri sintomi con un diabete. Per questo motivo, questa malattia viene scoperta in media solo dopo sette anni. Quando finalmente viene scoperta, le persone colpite soffrono già di più malattie contemporaneamente, quindi di multimorbilità. La malattia aumenta il rischio di avere un ictus o un infarto cardiaco. Altre possibili, tragiche conseguenze sono danni ai nervi, agli occhi o ai reni nonché un piede diabetico, che non di rado finisce con un’amputazione.
È quindi essenziale riuscire a diagnosticare il diabete già dopo i primi sintomi: minzione frequente, spossatezza, sete e pelle secca sono infatti spesso tipici segni di diabete. Poiché questa malattia indebolisce il sistema immunitario, chi ha il diabete è incline a malattie infettive, come per esempio micosi del piede, micosi vaginali e infezioni alla vescica. Chi ha il diabete soffre pure spesso di raffreddori e influenza.
Disturbi nella guarigione delle ferite possono inoltre indicare problemi della circolazione cutanea, come è spesso il caso quando si ha il diabete. Per chi ha valori glicemici superiori alla norma, ma che non indicano ancora il diabete, si parla di prediabete. Negli ultimi anni, degli studi hanno dimostrato che una dieta controllata, accompagnata e a contenuto calorico fortemente basso, combinata a movimento, può portare a una remissione della malattia, soprattutto allo stadio del prediabete. In questi casi, già dopo pochi mesi la malattia non è più rilevabile - per un breve periodo o definitivamente.
L’accumulo di grasso nel pancreas e nel fegato sparisce, la produzione di insulina e la resistenza all’insulina si normalizzano. È tuttavia più facile evitare di diventare obesi che cambiare il proprio stile di vita quando lo si è già. Nel caso di pazienti con sovrappeso patologico, nella maggior parte dei casi è necessaria la somministrazione di farmaci e/o di insulina per regolare il diabete e per evitare o trattare malattie secondarie. La terapia migliore è interdisciplinare e integrata, e tiene in considerazione diverse discipline mediche.
Operazioni riuscite con successo
Per mezzo di un intervento per l’obesità (restringimento dello stomaco), il diabete in molti casi può sparire praticamente da un giorno all’altro e non tornare più per anni. Ciò è soprattutto il caso se la persona colpita era riuscita a evitare la somministrazione di insulina o se il diabete era comparso meno di cinque anni prima. Nonostante ciò sia particolarmente impressionante, c’è da sapere che non tutte le persone colpite da un sovrappeso patologico possono sottoporsi a questo tipo di intervento. Inoltre, questi interventi comportano notevoli restrizioni.
Fonte e ulteriori informazioni: www.inselgruppe.ch
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