In Svizzera, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) colpisce circa una persona su dieci dopo i 40 anni. Nei fumatori addirittura una persona su quattro. Il pericolo è spesso sottovalutato, poiché questa malattia nella maggior parte dei casi si fa sentire solo dopo il 50esimo anno di età.
Abbiamo parlato con il Dr. Clarenbach, libero docente, riguardo alla malattia, alle possibili terapie e a una ricerca che sta esaminando un nuovo approccio nell’assistenza dei pazienti.
Dr. Clarenbach, i pazienti BPCO soffrono di insufficienza respiratoria. Qual è la differenza tra BPCO e una malattia polmonare con sintomi asmatici?
L’asma colpisce soprattutto persone più giovani e viene spesso favorita da allergie. In caso di asma, i polmoni funzionano in certi casi in modo limitato. Ma ciò non avviene permanentemente, e si può normalizzare completamente. I pazienti sotto terapia di solito non sentono nessuna limitazione. È pure possibile praticare sport ad alto livello pur avendo l’asma. In caso di BPCO invece la storia è completamente diversa: essa colpisce soprattutto le persone oltre i 50 anni, diventa più grave con l’andare del tempo e danneggia i polmoni permanentemente, fino a rendere il paziente completamente dipendente dall’ossigenatore.
Perché i pazienti di BPCO soffrono di insufficienza respiratoria?
Per dirlo in maniera semplice, le vie respiratorie si restringono e il tessuto polmonare si distrugge negli stadi avanzati. Benché i pazienti riescano a inspirare bene l’aria, essi non riescono quasi a espirare l’aria inspirata. Il risultato è che i polmoni si gonfiano troppo, causando una respirazione difficoltosa (dispnea). Spesso questo primo segno non viene interpretato nella maniera adeguata e confuso con un segno della vecchiaia. Purtroppo, questo può essere invece già il segno di una BPCO avanzata.
Nei paesi industrializzati occidentali ne sono colpiti soprattutto i fumatori. Non esiste nessun esame preventivo come esiste per altre malattie?
È possibile fare controllare la funzione polmonare regolarmente per riconoscere eventuali limitazioni. Purtroppo, l’esperienza dimostra che in certi casi uno screening generale può essere addirittura controproducente. Certi fumatori vedono che hanno una funzione polmonare normale e si sentono incoraggiati a continuare a fumare, senza pensare al fatto che i sintomi si sviluppano con il passare degli anni e che il rischio di cancro non diminuisce.
Quali terapie esistono per la BPCO?
Non è possibile guarire dalla BPCO. La misura terapeutica più importante è smettere di fumare. In generale, l’insufficienza respiratoria si può attenuare notevolmente per mezzo di farmaci da inalare. Qui all’ambulatorio dell’Ospedale universitario di Zurigo vediamo tuttavia che soprattutto i casi molto gravi di BPCO non reagiscono quasi ai farmaci. Per questi pazienti vanno prese misure interventistiche.
Che cosa intende esattamente?
Esistono diverse varianti: una di esse consiste nell’integrare delle valvole artificiali in diverse parti del polmone. In questo modo, il gonfiore del polmone viene ridotto e la parte ancora sana del polmone può tornare a espandersi. L’altra variante consiste nell’eliminazione chirurgica delle parti del polmone particolarmente danneggiate. Per decidere quale sia l’opzione migliore discutiamo ogni singolo caso con i colleghi del reparto chirurgia toracica.
Al momento lei partecipa a una ricerca di telemedicina, diretta dall’Ospedale cantonale di San Gallo. Di che cosa tratta questa ricerca?
Vogliamo analizzare se è possibile migliorare la qualità di vita dei pazienti di BPCO accompagnandoli più da vicino, rendendo così possibile reagire più velocemente in caso di peggioramento dello stato di salute. In termini concreti, i partecipanti allo studio tengono un diario elettronico. Ogni giorno, rispondono a determinate domande. I medici responsabili dell’Ospedale cantonale di San Gallo vedono subito eventuali cambiamenti netti, contattano il paziente e discutono come procedere.
Che cosa vi aspettate da questo studio?
A noi interessa soprattutto che i pazienti ne possano trarre vantaggio. Il regolare contatto deve farli sentire sicuri e in buone mani. Un’insufficienza respiratoria acuta può incutere timore. In questa situazione aiuta avere parlato in precedenza con il paziente su come reagire e se questo è per esempio già in possesso delle ricette necessarie. Inoltre speriamo che intervenendo per tempo potremo evitare diversi ricoveri in ospedale. In questo modo si potranno pure ridurre i costi.
L’Ospedale universitario di Zurigo (UniversitätsSpital Zürich, USZ) è aperto ogni giorno per tutti e offre sia assistenza sanitaria di base sia medicina di punta, in posizione centrale a Zurigo. L’USZ utilizza il suo sapere universitario per risolvere i problemi sanitari più diversi: a stretto contatto con il paziente, altamente specializzato e al livello più avanzato di ricerca. Per più informazioni: www.usz.ch
Per considerazioni e input, potete contattarci per Email: med@tcs.ch