Allergia ai pollini: una persona su cinque ne è colpita

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Sorgente: TCS Info Feed

Sonja Hartmann, esperta presso aha! Centro Allergie Svizzera, riguardo il tema dell‘allergia ai pollini.

Signora Hartmann, l’allergia ai pollini è l‘allergia più diffusa alle nostre latitudini. Come è cambiato il numero di persone allergiche ai pollini durante gli anni?
Mentre nel 1926 a soffrire di allergia ai pollini era 1 persona su 100, oggi sono 20 su 100. Quindi una persona su cinque.

Attraverso quali sintomi si fa sentire un’allergia?
Raffiche di starnuti, naso che cola (rinite), naso congestionato, respirazione nasale difficoltosa, occhi che prudono e lacrimanti (congiuntivite), prurito nel palato, nel naso e negli occhi, raucedine e stimolo a tossire. L‘accumulazione di muco nei seni paranasali può portare a mal di testa e dolori della mandibola. Un’allergia ai pollini che non viene curata per molto tempo può svilupparsi in un’asma allergica.

Come si distinguono i sintomi di un’allergia da pollini da un raffreddore?
Un’allergia ai pollini si presenta sempre nello stesso periodo dell’anno, è stagionale e solitamente è accompagnata da un fastidioso prurito negli occhi, nel palato, nel naso e nelle orecchie. A differenza del raffreddore, quando si ha un’allergia ai pollini solitamente non si hanno i classici sintomi da raffreddore come mal di gola o tosse.

Da quando si parla di un’allergia ai pollini?
Appena sorgono i sintomi appena descritti, diagnosticati da un allergologo come raffreddore da fieno.

Quali fattori scatenano un’allergia?
L’allergia ai pollini è una reazione a uno o più tipi di pollini. Il sistema immunitario reagisce alle proteine dei pollini, che in sé sarebbero innocue. I tre gruppi principali di pollini allergenici sono: alberi (nocciolo, ontano, frassino, betulla, carpine bianco, quercia), graminacee (per esempio fleo, erba mazzolina, loglio) ed erbe (artemisia, ambrosia).

Come avviene la diagnosi?
Prima di tutto, il medico effettua l’anamnesi del paziente. Ciò può dare indizi sul fattore che ha scatenato i sintomi. In una seconda fase, vengono effettuati test cutanei ed esami del sangue. Il test cutaneo consiste in un prick test che ha come scopo capire di quale allergia si tratta. Una piccola quantità di allergene in soluzione è applicata sulla pelle dell’avambraccio o della schiena, che viene poi punta con un ago sottile (prick test). Se nel giro di 20 minuti si manifesta una reazione simile a quella dovuta alla puntura di una zanzara, il test è positivo. In caso di altre allergie, come per esempio nelle allergie da contatto, viene invece effettuato un test epicutaneo o un patch test. In questo caso, viene incollato un cerotto con numerosi allergeni sulla schiena. Di norma, il cerotto viene lasciato in posizione per due giorni e una volta tolto si esegue una prima lettura. Se il medico decide di proseguire con un esame del sangue, al paziente viene prelevato del sangue, il quale viene in seguito sottoposto a un’analisi per verificare la presenza nel sangue di anticorpi (IgE specifiche) contro determinati allergeni e il medico interpreta i risultati sulla base dei disturbi del paziente.

In quali categorie vengono classificati gli allergici?
Ne esistono in tutto quattro tipi, che però non riguardano esclusivamente l’allergia ai pollini, ma tutti i tipi di allergie. La categoria più conosciuta è l’allergia immediata (tipo I), in cui i sintomi si manifestano immediatamente o nel giro di pochi minuti, di regola sulla pelle o le mucose. La reazione allergica immediata è la più frequente, per esempio in caso di allergia alimentare, ai pollini, agli animali e al veleno d'insetti. Chi appartiene a questo tipo avverte i sintomi, solitamente sulla pelle o sulle mucose, immediatamente o dopo pochi minuti. L'allergia di tipo II è una forma rara, che può comportare il danneggiamento di cellule ematiche. L’allergia di tipo II può essere scatenata ad esempio da farmaci. Nell'allergia di tipo III il corpo reagisce soprattutto ai farmaci. Gli anticorpi reagiscono a sostanze estranee disciolte nel sangue. Nel caso dell’ultimo tipo, l’allergia ritardata (tipo IV), a differenza degli altri tipi, il corpo reagisce in. maniera visibile solamente più tardi. Si tratta dell’unica forma di allergia in cui determinate cellule immunitarie attaccano direttamente l’allergene. Chi appartiene a questa categoria solitamente soffre di allergie da contatto e non reagisce in genere a molecole grandi (come le proteine), bensì a metalli o a sostanze chimiche più semplici.

Come si può trattare un’allergia?
Per trovare la soluzione più adatta è imprescindibile consultare un medico, il quale stabilirà la terapia da seguire a seconda della situazione individuale. In un caso di allergia ai pollini, solitamente combinare antistaminici con preparati cortisonici è sufficiente per riuscire a controllare i sintomi. L’allergia ai pollini si può però sconfiggere con una desensibilizzazione, la quale fa diminuire i sintomi di oltre il 50 percento.

Un’allergia ai pollini può essere trasmessa geneticamente?
Se i genitori soffrono già di raffreddore da fieno, il rischio di soffrirne sale di oltre il 60 percento. Se né genitori né fratelli ne sono colpiti, esiste comunque ancora il rischio del 15 percento.

Che cosa consiglia a chi soffre di allergia ai pollini per riuscire a superare il periodo dei pollini il più facilmente possibile?
Oltre alla terapia a base di farmaci, a chi soffre di allergia aiutano pure i seguenti consigli: spalancare le finestre solo per brevi durate, lavare i capelli prima di andare a dormire, non lasciare asciugare la biancheria all’aperto, quando il tempo è bello e c’è il vento, uscire all’aria fresca, indossare sempre gli occhiali da sole quando si esce e preferire fare attività sportive in spazi chiusi. E osservare l’attuale concentrazione pollinica: www.pollenundallergie.ch oppure scaricare l’app gratuita «Pollen-News».



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