MRI: più chiarezza anche in caso di problemi cardiaci



Terapia

Fonte: TCS Info Feed


Grazie alla MRI, oggi i problemi cardiaci si possono diagnosticare in modo più preciso e delicato. In questo modo, il paziente viene aiutato in maniera meno invasiva e più presto.

L’esperto di questo tema: il DP Dr. med. Andreas Wahl, specialista FMH per medicina interna generale e cardiologia e primario del reparto MRI cardiache all’ospedale Tiefenau.

Le malattie cardiache continuano a essere la causa principale di decesso nei paesi industrializzati. In Svizzera la situazione è leggermente migliore che in altri paesi, ma sembra che anche qui una persona su tre muoia in seguito a un problema cardiaco.

Non c’è dunque da meravigliarsi se negli ultimi decenni siano state eseguite numerose ricerche riguardo la diagnosi e il trattamento di malattie cardiache, che hanno portato a numerosi progressi. La tomografia a risonanza magnetica, spesso chiamata MRI, rappresenta uno dei maggiori sviluppi della diagnostica di imaging. Questa tecnica permette di esaminare il corpo umano in modo particolarmente preciso.

L’apparecchio per MRI è di forma cilindrica. Nell’ambito di una MRI, il corpo viene rappresentato “a strati” (tomografia deriva dal greco tómos, strato), sottili o meno, verticali o orizzontali. In questo modo, si può creare un’immagine molto plastica dell’organo esaminato. Da qualche tempo è possibile addirittura realizzare corti filmati, come per esempio quello di un cuore che batte. In questa tecnica non viene utilizzata nessuna radiazione ionizzante, e quindi i mezzi di contrasto impiegati vengono particolarmente ben tollerati. Per questo motivo, un esame di questo tipo non è affatto nocivo per l’organismo. La sua frequenza e durata possono quindi essere adeguate alle necessità.

Diagnosi più precisa
Oggi, l’esame MRI cardiaco rappresenta già il procedimento standard per quanto riguarda i disturbi, sia congeniti che acquisiti, del cuore e dei maggiori vasi sanguigni. Esso rende tra l’altro possibile esaminare l’anatomia e la funzione del cuore, nonché riconoscere problemi cardiovascolari del muscolo cardiaco sotto sforzo. Inoltre, grazie all’elevata risoluzione si può distinguere tra normali tessuti muscolari, tessuti cicatrizzati e tessuti infiammati del muscolo cardiaco.

L’immagine più precisa rende possibile una migliore diagnosi, riduce gli interventi superflui e permette di riconoscere più precisamente e velocemente un eventuale restringimento dei vasi coronari, che può portare a un infarto cardiaco. Il medico è così in grado di intervenire, per mezzo di farmaci, angioplastica con palloncino o con un bypass.

Una MRI del cuore dura circa 45 minuti. Il paziente, al quale vengono apposti degli elettrodi ECG, viene fatto sdraiare sulla brandina dell’apparecchio MRI e in seguito viene fatto entrare all’interno dell’apparecchio, dalla forma di un anello. Agli inizi di questa tecnologia, l’interno di quest’apparecchio era molto stretto e aveva un diametro di 50 centimetri, oggi sono invece 70. In questo modo, anche chi soffre leggermente di claustrofobia o chi è in sovrappeso non ha problemi a sottoporsi a una MRI.

Per permettere di acquisire le immagini, il paziente deve solitamente trattenere l’aria per 10-15 secondi. Tramite le vene possono essere somministrati mezzi di contrasto ed eventualmente farmaci, tra l’altro per sottomettere il cuore a uno sforzo artificiale.

Non più una tipica malattia da uomini
In Svizzera, ogni anno circa 30‘000 persone subiscono un infarto cardiaco. Gli specialisti suppongono che quasi una persona su dieci abbia un problema cardiaco. Ciò è legato solo in pochi casi a una predisposizione genetica, la maggior parte dei casi si tratta di cause legate allo stile di vita. Il fattore di rischio numero uno è rappresentato dal fumo.

Il sovrappeso aumenta i livelli di colesterolo nel sangue, la pressione sanguigna e la probabilità di comparsa del diabete, tutti e tre fattori di rischio per un infarto. Questo rischio è distribuito in modo diseguale tra i sessi. Una volta l’infarto cardiaco era un “tipico disturbo maschile” e veniva addirittura visto come il premio per gli uomini che lavoravano molto.

Ancor oggi vengono colpiti più uomini che donne da un infarto. Una possibile spiegazione è che le donne vivono in maniera più sana e che sono protette meglio dagli ormoni. Ma le cifre dimostrano pure che oggi le donne vengono colpite sempre di più da infarti cardiaci, una conseguenza negativa della parità dei sessi: oggi infatti fumano quasi tante donne quanto uomini.

Fonte e altri informazioni: www.inselgruppe.ch



Per considerazioni e input, potete contattarci per Email: med@tcs.ch


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